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Imprinting


          

Un mare di impressioni tra i ricordi

Impressionanti viste, percorsi e forme dalla natura al costruito


Nello scegliere un luogo dell’imprinting non mi sono posta molte domande perché la mia scelta più ovvia sarebbe stata quella di parlare del mio piccolo paesino e della mia casa che da sempre sono il mio posto sicuro. Mentre scrivevo una doverosa introduzione mi sono invece ritrovata a pensare alle vacanze estive della mia infanzia quando mi ritrovavo in quella casetta a Sperlonga, che ormai non ricordo nemmeno più dove si trova, ma in cui ogni estate ci ritrovavamo con mia madre, mio fratello, mia zia e lei mie cugine. Ricordi frammentari di posti sconosciuti ma che mi erano familiari. Sarà che c’era il mare, sarà che c’era il sole, sarà che Sperlonga è il mio posto felice in generale dove tuttora mi rifugio.



Ero piccola e ogni anno eravamo soliti cambiare “casetta” per trascorrere quel mese di libertà a respirare “l’aria buona”, come diceva mia madre. Sperlonga è una località marittima non troppo lontana dal mio paesello natio, che riesco facilmente a raggiungere, ma la Sperlonga dei miei ricordi non è quella bella e “nuova” di oggi: la sua bellezza rimane una costante ma la mia Sperlonga è segnata dai mille ricordi che si confondono tra loro e rendendo sbiadita anche l’immagine che ho di questo posto. 


Come quella che tutte le case erano piccoline e bianche con un piccolo giardinetto, generalmente con infissi in legno blu come il mare. Altre erano più bizzarre con una squadratura diversa (o persino curva, cosa che mi incuriosiva molto) o con le scale a chiocciola esterne in ferro. In generale erano tutte villette frutto di un’edilizia semplice proprio come le loro forme. 

La prima associazione che faccio è quella dei profumi,che non è il tipico profumo di salsedine, ma un forte profumo di gelsomino misto a limoni e aranci che circondavano le casette bianche segnando così il percorso non sempre battuto e anche un po’ distante fino a proiettarci verso la vista blu del mare come se fosse una cartolina. 


Ricordo le lunghe passeggiate sotto il sole caldo sulla riva del mare. Accanto la distesa blu che si estendeva oltre ogni confine nel nulla, c’era il borgo e il suo bel castello sempre lì ad osservarti dall’alto. Su di esso io e le mie cugine abbiamo fantasticato per anni, immaginando storie di ogni tipo con personaggi fantastici tipici dell’immaginario infantile. Ricordo anche delle discussioni sul fatto che per me non fosse un vero castello perché nel mio immaginario di bambina di quattro anni (un po’ arrogante e un po’ testarda), un castello doveva avere una torre cilindrica e quella sua geometria squadrata mal si addiceva a quella nomina tanto importante!


Dopo mille passeggiate arrivava la sera e il fresco tipico che si ha solo nei posti marittimi, quindi si usciva di nuovo e si andava verso il paesino non salendo sulla parte arroccata ma rimanendo a valle con questo sfondo di casette a dominare le nostre spalle, ci si soffermava sul lungo mare al parchetto, dove le mamme continuavano le loro allegre chiacchiere da spiaggia e noi ci dilettavamo con altri bambini sulle giostre. Erano serate che ricordo luminose e allegre di chiacchiericcio, tutta la distesa del parchetto che si estendeva per lunghezza con i suoi campetti tra il verde e illuminati come fosse giorno su un lato avevamo il mare perennemente calmo e sull' altro la strada con un piccolo fronte commerciale ma totalmente privo di macchine (immagino solo ora che deviassero il traffico). 


Una volta al mese però si saliva nella parte storica del paese, quella fatta di pietre arroccate, che oggi è diventata centro della vita della cittadina e che conosco per gli aperitivi con gli amici e per il panorama mozzafiato, ma che a quattro anni vedevo come un piccolo incubo in cui poter perdere la mamma tra quelle vie sempre più strette e faticose perché in salita e piene di scalini in pietra che segnavano puntualmente le mie ginocchia.



Ma c’era sempre il mare a rassicurarmi: lo vedevo bene da quei vicoletti nascosti, incorniciato da un archetto in pietra. Ovviamente era più facile trovare il mare che mia madre!

Mi sono sorpresa nel ricordare tante cose, tante impressioni e suggestioni della mia infanzia piuttosto che della mia vita quotidiana nel mio paese: sono ricordi di spensieratezza dove le luci del passato si mescolano con quelle dei tramonti in riva al mare, quando tutto si dipingeva di una luce nuova che ti impressionava e ti rimaneva in mente anche durante i rigidi inverni e anche con il passare degli anni.


AREA 65

Le mie parole chiavi sono: viste, percorsi e forme.

L'idea è quella di creare dei percorsi all'interno dell'area attraverso l'uso del verde, andando a indirizzare lo sguardo similmente agli scorci del borgo di Sperlonga che ti mostravano il mare (nel disegno simboleggiati dagli occhi e dai coni visivi dei "gelsomini"). Le forme dell'area probabilmente saranno semplici e si eleveranno in altezza. Similmente al litorale anche l'area di progetto deve essere pensato in funzione della sera, magari come luogo di ritrovo e per tanto caratterizzato anche da luci serali che illuminino l'area.

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